"Diminuire la frequenza dei parti per taglio cesareo, e ridurre le forti differenze regionali attualmente esistenti, arrivando entro il triennio ad un valore nazionale pari al 20%, in linea con valori medi degli altri paesi europei, anche tramite una revisione del DRG relativo” costituisce uno degli obiettivi dello schema di Piano Sanitario Nazionale.
Con riferimento allo specifico indicatore costituito dalla frazione del parto cesareo, tuttavia, non si può non rilevare la peculiare situazione esistente nel nostro paese, nel quale, contrariamente a quanto da tutti auspicato e raccomandato, nel corso degli anni si assiste ad un aumento della frequenza relativa di tale procedura chirurgica, con valori nettamente superiori a quanto rilevato in altri paesi sviluppati e che ci pongono tra le nazioni a maggior frequenza di tagli cesarei.
Fonte Salute.gov
Roma, 29 set. - In media nel 2017 il 32,8% dei parti in Italia è avvenuto con taglio cesareo, confermando la tendenza degli anni precedenti (erano il 33,7% nel 2016). E la percentuale cresce nel caso si tratti di madri italiane (34,3%) o straniere (27,65). A metterlo in evidenza e' l'ultimo rapporto Certificato di assistenza al parto (CeDAP) a cura del ministero della Salute.
Notevoli le differenze regionali: si va dal 53,8% della Campania, al 18,9% della Valle d'Aosta. Numeri "che evidenziano come in Italia vi sia un ricorso eccessivo all'espletamento del parto per via chirurgica", sottolinea il documento.
A far salire i numeri sono soprattutto i parti effettuati nelle case di cura accreditate dove il cesareo rappresenta quasi la meta' del totale delle nascite (49,6%), contro il 30,9% negli ospedali pubblici.
Prendendo poi in esame i parti vaginali dopo un precedente cesareo, il rapporto registra, a livello nazionale, una percentuale pari al 13,2%, ma e' un fenomeno che si verifica quasi esclusivamente nei punti nascita pubblici dove circa il 14,5% dei parti con precedente cesareo avviene in modo spontaneo contro il 6,9% nelle case di cura private accreditate. Le strutture pubbliche (o equiparate) sono comunque predilette, dove nel 2017 e' avvenuto l'89,5% delle nascite, a fronte del 10,4% nelle case di cura e solo lo 0,1% altrove.
Fonte:
Ordine Provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri